Ho sempre creduto che conoscere a fondo le nuove tecnologie sia la strada maestra da percorrere per creare generazioni di utenti consapevoli in grado di non subire passivamente il progresso tecnologico ma piuttosto di controllarlo e dominarlo a proprio vantaggio. Un paio di anni fa, nel mio blog personale, ho scritto una breve riflessione su quella generazione che i media chiamano “nativi digitali” ma che personalmente ho preferito ribattezzare in “inconsapevoli digitali“.
La tecnologie compie passi da gigante e negli ultimi anni stiamo assistendo ad una evoluzione che procede con una rapidità sempre più crescente. Il rischio che la maggior parte delle persone possa solamente limitarsi a subire questo fenomeno è molto alto e da un lato rappresenta uno dei punti critici della società moderna. Sia a livello personale che aziendale ho sempre cercato di impegnarmi, per quanto possibile, in progetti di divulgazione tecnologica organizzando o partecipando ad eventi di sensibilizzazione con l’obiettivo di accendere lampadine, fornire stimoli, porre domande.
Negli ultimi mesi, con MF Labs, siamo stati invitati ad alcuni eventi dove sono stato chiamato come relatore a raccontare qualcosa su alcuni dei fenomeni tecnologici di rilievo oggi. Ne voglio ricordare in particolare due dove abbiamo affrontato il tema delle BCI (Brain Computer Interfaces) e il tanto inflazionato (quanto vasto) fenomeno dell’IoT (Internet of Things).
Lo scorso 10 aprile, presso il FabLab di Parma, ho tenuto una serata all’interno della rassegna “Pillole di FabLab“, interamente dedicata al mondo IoT. Si è trattato di una chiacchierata informale su uno dei fenomeni del momenti durante la quale ho voluto mettere in evidenza non solo gli aspetti positivi ma anche i tanti pericoli e limiti che si nascondo dietro a quella che ritengo una delle più grandi opportunità commerciali e sociali del momento. Un mondo dominato da oggetti connessi alla rete e attraverso di essa controllabili apre possibilità nuove sia in termini di sicurezza sia in termini di qualità della vita. Allo stesso tempo un utilizzo superficiale e non preparato di queste nuove tecnologie introduce all’interno delle nostre case e delle nostre aziende pericoli nuovi per quanto riguarda la sicurezza delle informazioni e la privacy. E’ stata una bella serata, partecipata da un pubblico eterogeneo ed interessato. Il tema è naturalmente troppo vasto per essere sviscerato in una sola oretta e mezzo di conversazione ma penso possa aver fornito ai partecipanti, grazie alla presentazione di alcuni casi reali che sto affrontando come progetti aziendali, stimoli e spunti interessanti per iniziare a ragionare su questo fenomeno in maniera più consapevole. Qua trovate le slide utilizzate in occasione di quell’evento.
Lo scorso 17 aprile invece sono stato ospite al Teatro Santuccio di Varese in occasione di un evento dal titolo “La mente in gioco”. Il mio intervento, molto pratico e operativo, era finalizzato a presentare e far provare sul campo il nostro project A.R.A.L.E., un progetto R&D interno che stiamo portando avanti da diversi anni nel tentativo di studiare le potenzialità e le possibilità offerte dalle interfacce uomo-macchina controllate tramite il nostro cervello. Uno degli scenari indubbiamente più interessanti del prossimo futuro sta proprio nelle Brain Computer Interfaces dove l’interazione con il mondo che ci circonda avviene utilizzando il nostro cervello come un “telecomando”. Durante la serata ho avuto modo di raccontare il nostro progetto ad una platea di bambini di diverse età ed ho fatto provare loro il nostro sistema. L’aspetto più curioso ed interessante è stato vedere la loro capacità di comprendere in modo naturale ed immediato qualcosa di così complesso ed articolato. I giovani partecipanti hanno mosso un rover di Lego utilizzando il Neurosky, una cuffietta EEG low cost, e ne sono rimasti estasiati. Vedere il loro entusiasmo, ascoltare le tantissime domande e curiosità e toccare con mano la loro voglia di capire a fondo come tutto questo è stato possibile è stato per me motivo di forte gioia. Anche se a digiuno completo di tantissime delle basi necessarie per capire le tecnologie in gioco raccontare certe esperienze ai bambini è a volte più semplice e diretto rispetto a gruppi di adulti.
Nei prossimi giorni saremo impegnati in altri due progetti importanti: l’insegnamento delle basi del coding alla scuola primaria Bruno Ferrari di Langhirano (PR) e l’organizzazione di IoTeams, una giornata di formazione interamente dedicata al fenomeno dell’Internet of Things, che si svolgerà come prima edizione a Parma. Ma di questo vi racconterò più in dettaglio in un altro post. 😉
Alla prossima!
Mirco
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